Cinque idee sbagliate sul packaging

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Una parete di scatole di cartone impilate, perfettamente allineate.

Per proteggere, conservare o persino per un semplice fattore estetico, il packaging fa parte della vita di tutti i giorni. Naturalmente, abbiamo tutti un ruolo nel decidere quanto vogliamo utilizzarne e come smaltirlo nel modo più responsabile. Ma per fare scelte consapevoli, è essenziale capire cosa è davvero necessario, cosa no e perché alcune soluzioni vengono adottate.

Spesso, un malinteso può influenzare la nostra percezione, anche quando un elemento ha una funzione fondamentale. Questo vale soprattutto per il packaging, spesso criticato per motivi che esulano dal controllo di produttori e rivenditori. Ecco quindi alcune delle idee sbagliate più comuni, che potrebbero farvi vedere il packaging sotto una luce diversa: non solo come un involucro, ma come un sistema che garantisce protezione, qualità e sostenibilità.

Un packaging ridotto è sempre meglio

Se parliamo di frutta e verdura al supermercato, questa affermazione è assolutamente vera. In questo caso, è il cliente a gestire il trasporto, evitando che i prodotti si schiaccino e tenendo separati gli alimenti dai detersivi e da altri articoli non alimentari. Ma quando si tratta di articoli fragili o deperibili destinati alla spedizione, il discorso cambia. Pensa a quanto sarebbe inefficiente se questi prodotti venissero trasportati con il minimo indispensabile di imballaggio: il rischio di danni e sprechi supererebbe di gran lunga qualsiasi vantaggio legato alla riduzione del materiale utilizzato. A volte, più packaging significa meno sprechi.

Una scatola di cartone aperta con un oggetto avvolto in carta marrone e sigillato con un adesivo bianco.

Lo spazio vuoto è sempre uno spreco

A chi non è mai capitato di ricevere un pacco e pensare: "Ma perché c'è tutto questo spazio vuoto?" In realtà, esistono normative precise su questo aspetto. Nell'Unione Europea, il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio (PPWR) stabilisce che il volume di spazio vuoto in un pacco non può superare il 50% del totale. Questa percentuale può sembrare elevata, ma include anche materiali di protezione come pluriball e cuscinetti d'aria, essenziali per proteggere gli oggetti più fragili. Inoltre, quando i prodotti vengono spediti in imballaggi di gruppo (ovvero più articoli confezionati insieme), la quantità di spazio vuoto viene calcolata sull'intero carico, non sul singolo pacco. Quindi, anche se un ordine può sembrare "troppo grande", potrebbe essere parte di una spedizione ottimizzata per ridurre l'impatto ambientale complessivo.

Il packaging sostenibile costa sempre di più per i clienti

Se si considerano singoli prodotti, può sembrare vero, ma su larga scala le cose cambiano. Le economie di scala aiutano a ridurre i costi del packaging sostenibile e in alcuni casi possono persino renderlo più conveniente rispetto alle alternative tradizionali. Molti paesi, inoltre, offrono incentivi fiscali per chi utilizza materiali riciclabili e penalità per chi non lo fa. Senza contare che le aziende che investono nel packaging sostenibile spesso adottano anche strategie più ampie di riduzione degli sprechi, con vantaggi che si riflettono direttamente sui prezzi finali per i consumatori.

Un primo piano di arachidi da imballaggio rosa, compatte e leggere.

Il polistirolo è sempre dannoso per l'ambiente

Il polistirolo espanso, noto anche come Styrofoam, è riciclabile. Il problema è che il suo riciclo è complesso e poco diffuso, il che fa sì che la maggior parte di questo materiale finisca in discarica. Per questo motivo, il polistirolo ha una pessima reputazione. Tuttavia, la sua capacità di proteggere oggetti fragili è impareggiabile, ed è per questo che sono nate alternative biodegradabili e a base vegetale, oggi sempre più utilizzate. Ad esempio, esistono arachidi da imballaggio compostabili, che si dissolvono semplicemente in acqua, oltre a versioni realizzate con legno o funghi, completamente riciclabili.

I consumatori non prestano attenzione al packaging

In realtà, il packaging è un fattore chiave nelle scelte dei consumatori. Non è solo un involucro da scartare, ma un elemento presente ovunque: sugli scaffali dei negozi, nelle immagini pubblicitarie, nei video degli influencer e così via. Il packaging è il biglietto da visita di un brand, trasmette identità e valori, e ha un impatto decisivo sulla percezione del prodotto. E anche quando il design è particolarmente curato ed elegante, molti consumatori si chiedono comunque che fine farà dopo l'uso.

Come per molte altre cose, il packaging è una questione di equilibrio. Da un lato, garantire che i prodotti arrivino in perfette condizioni, dall'altro, ridurre al minimo l'impatto ambientale. E, come abbiamo visto, le nostre convinzioni su cosa sia "buono" o "cattivo" non sempre corrispondono alla realtà. Alla fine, la chiave è essere informati per fare scelte consapevoli e sostenibili.

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