La squadra di calcio che sta riscrivendo il futuro dei giovani migranti

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Su un campo in erba sintetica, due calciatori stanno di spalle, abbracciati. Dietro di loro, sulla sinistra, un ragazzo con una maglietta blu e pantaloncini chiari guarda nella stessa direzione. Sulla destra, un altro giocatore con una divisa gialla e verde è immortalato in movimento, leggermente sfocato. Per gentile concessione del progetto Goals for Change. Di Ofelia de Pablo, Javier Zurita e Pablo Tosco.

Per molti fotografi professionisti, le immagini rappresentano tutto il loro mondo. I tifosi parlano di calcio con lo stesso trasporto. Due realtà apparentemente diverse, che richiedono tecnica, creatività e dedizione. Entrambe uniscono le persone attorno a un obiettivo comune.

È proprio su questa affinità che si sono concentrati i fotografi e filmmaker Ofelia de Pablo e Javier Zurita. I due hanno osservato come il calcio sia in grado di costruire comunità forti e solidali, soprattutto per chi si trova lontano da casa. Viaggiando, hanno notato come l'universalità del calcio faccia sì che, ovunque ci si trovi nel mondo, ci sia sempre un modo per condividerlo con altri.

È così che hanno incontrato FC Darna, una squadra di Barcellona in cui ogni giocatore ha due caratteristiche in comune: l'amore per il calcio e un percorso migratorio che lo ha portato in Spagna. Darna significa "casa" in arabo. La squadra è nata per offrire accoglienza e sostegno a giovani migranti arrivati da soli a Barcellona, in cerca di un futuro migliore.

Durante un allenamento, un gruppo di giocatori in divisa gialla e verde esegue una serie di esercizi. Un giocatore è colto a mezz'aria, altri sono accovacciati. Sullo sfondo, si intravedono reti, alberi verdi e un cielo parzialmente nuvoloso. Per gentile concessione del progetto Goals for Change. Di Ofelia de Pablo, Javier Zurita e Pablo Tosco.

Fondata nel 2019 con molte aspettative e poche risorse, la squadra ha ottenuto risultati significativi, raggiungendo la quarta divisione catalana (Quarta Catalana) e, soprattutto, diventando una famiglia per i suoi membri. Ofelia e Javier hanno documentato questa realtà nel progetto Football for Hope, con l'obiettivo di mostrare "la lotta contro l'esclusione sociale attraverso il calcio". Il progetto ha avuto successo, ma i due autori hanno sentito la necessità di fare un passo in più: permettere ai ragazzi di raccontarsi in prima persona. "Sentiamo spesso storie negative sui migranti", ha dichiarato Ofelia a RTVE Spain. "La narrazione è sempre la stessa." Questa era l'occasione per mostrare un altro punto di vista.

Il nuovo progetto Goals for Change, sostenuto da Fundación La Caixa e Canon Spain, ha l'obiettivo di invertire questa prospettiva. Con la guida di Ofelia e Javier, entrambi insegnanti del Canon Young People Programme, e del fotografo Pablo Tosco, i ragazzi hanno ricevuto fotocamere Canon e la possibilità di utilizzare servizi di stampa professionale per allestire una mostra con i propri lavori. "Si tratta di un progetto profondamente orientato alla comunità. Abbiamo voluto farne parte fin da subito", afferma Pilar González, direttrice della comunicazione per Canon Spain e Portugal. "Ofelia, Javier e Pablo sono insegnanti meravigliosi. Non si limitano a spiegare come scattare una foto, ma aiutano a raccontare storie, a dare voce a esperienze, sogni e speranze. Questo è stato un regalo per i ragazzi di FC Darna, che avevano molto da condividere."

Un divano verde chiaro con tre cuscini decorativi è posizionato contro una parete bianca. Sopra, un quadro raffigura alcune persone immerse in un paesaggio verdeggiante.
In un'inquadratura ravvicinata si vedono i capelli ricci e scuri di un ragazzo, ripreso da dietro, con il cielo azzurro e leggermente nuvoloso sullo sfondo.

Come il calcio, anche questo processo è stato liberatorio. Ha permesso ai giovani di riflettere sulla propria storia, su cosa significhi avere una casa, cosa rappresenti la famiglia, come immaginano il futuro. Alcune immagini erano così personali, che hanno persino sorpreso Ofelia. "All'inizio non capisci sempre cosa vogliano comunicare", racconta. "Un ragazzo ha fotografato un divano. Gli ho chiesto: 'Perché hai fotografato la tua stanza?' e mi ha risposto: "Chi non ha vissuto in strada, chi non ha sofferto ciò che abbiamo vissuto noi, non può capire cosa significhi avere una casa'." Quel ragazzo si chiama Hamza Marsou e oggi ha 22 anni. È arrivato in Spagna da solo a 13 anni. Ha vissuto in case occupate per anni, prima di trovare una sistemazione stabile.

Esperienze che, viste dalla prospettiva di un ragazzo solo in un paese straniero, assumono un peso differente. Immagini semplici come un divano o un gruppo di amici pongono domande importanti: cosa significa "casa", quando ci si lascia tutto alle spalle? Chi può essere considerato "famiglia" in un luogo dove si è spesso fraintesi o temuti?

Un giovane si trova su un sentiero sterrato, le mani sulle orecchie, mentre un aereo sorvola la scena. Altri ragazzi e del verde fanno da sfondo.
Le gambe di un giovane con pantaloncini blu, calzettoni bianchi e scarpe da calcio. È seduto sull'erba sintetica accanto a una linea bianca, tiene una borraccia tra le mani, mentre una bottiglia d'acqua trasparente è appoggiata accanto.

La mostra Goals for Change è stata un'occasione per porre queste domande e, allo stesso tempo, restituire umanità a una parola sempre più disumanizzata: migranti. La prima mostra di Goals for Change si è tenuta a Nau Bostik, a Barcellona. Le immagini sono state stampate in grande formato con stampanti Canon Arizona e Colorado, e curate attentamente per l'esposizione. La qualità dell'allestimento ha dato ai ragazzi la sicurezza necessaria per raccontare le proprie storie al pubblico e alla stampa. "È stato un privilegio aiutarli a condividere i loro messaggi forti e pieni di speranza con un pubblico più ampio", afferma Pilar González. "Vederli raccontare la loro esperienza in prima persona è stato un vero piacere. Si tratta di un progetto importante e necessario."

Nei prossimi mesi, Ofelia, Javier e Pablo porteranno la mostra in giro per la Spagna. Il progetto ha già ricevuto attenzione da parte dei media, sia nazionali che internazionali. Ma l'intento è quello di continuare, includendo le storie di molte altre realtà simili. "Questo progetto permette alle persone di capire cosa significa essere migrante, stranier", ha raccontato Soufiane El Ahmadi, capitano della squadra, in un'intervista a El País.

I giocatori definiscono il loro allenatore, Sergi Llamas, una figura paterna. Per loro, la squadra è una famiglia. Il nome FC Darna non è stato scelto a caso: rappresenta un luogo sicuro e condiviso, in un momento della vita che per molti di loro è complesso. Come ha detto il giovane giocatore Zakaria Ezzuvyn: "Il calcio è amore, viene dall'anima".

Scopri di più sul progetto Goals for Change e su come Canon sostiene le nuove generazioni nel raccontare la propria storia.

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