Displaced Dreams: quando i sogni dei profughi diventano realtà creativa

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Una pagina di un catalogo aperto mostra una foto tagliata e il titolo: “Displaced Dreams, Ukrainian Youth Amidst the Conflict, 5-8 luglio 2024. Una mostra suggestiva, con oltre 100 fotografie e diversi cortometraggi realizzati da adolescenti ucraini profughi di guerra".

Il termine "profugo" è complesso e poco utilizzato nei media, forse perché non suscita emozioni forti come, ad esempio, "rifugiato". Eppure, abbiamo capito quanto siano vicini – letteralmente – quando abbiamo collaborato con i fondatori di KiNO nei workshop del Canon Young People Programme rivolti ai giovani ucraini.

La fotografa e filmmaker Valya Korabelnikova e la regista Vera Pirogova hanno dedicato gli ultimi due anni a insegnare cinema e fotografia a oltre 300 adolescenti ucraini, sia profughi che rifugiati. Questi ragazzi si sono ritrovati sparsi per tutta Europa, e hanno dovuto affrontare perdite, paura, nostalgia di casa, incertezza e molto altro. Esperienze che nessun adolescente dovrebbe vivere durante gli anni più formativi della propria crescita. "Perché per chi ha tra i 14 e i 18 anni, questo è uno spostamento grandissimo", spiega Valya. Stavano cominciando a esplorare il mondo e imparando a conoscere la società. Avevano appena iniziato a costruire la propria indipendenza, e all'improvviso le loro vite sono state sconvolte.

"È un'enorme ingiustizia", aggiunge Valya. "Mi sentivo impotente, perché sono solo un'artista, senza risorse economiche. Ma poi ho capito che il mio potere sta nella mia conoscenza e nella mia rete di contatti, e che posso usarli per fare del bene". Da allora, Valya e Vera hanno dedicato tutto il loro tempo libero a cercare giovani ucraini con cui lavorare, insegnando loro ovunque si trovino e con qualunque mezzo possibile. Offrono corsi sia online che in presenza, collaborando con educatori locali e con il Canon Young People Programme per garantire agli studenti l'attrezzatura e il supporto necessari, soprattutto quando loro due non possono essere fisicamente presenti.

Una giovane donna, in piedi, indossa un abito tradizionale ucraino. Davanti a lei, sulla destra, c'è una figura spettrale che rappresenta il suo spirito.

"Per alcune persone, lo Spirito diventa un legame con il passato, un'ancora che trattiene ricordi ed emozioni". Dal progetto Spirit di Anastasiia Ishchenko (18), proveniente da Zhovti Vody.

Un ritratto in bianco e nero di una giovane donna dai lunghi capelli biondi. Ha del nastro nero incrociato sulla bocca a formare una X.

"Voglio che questo progetto fotografico ispiri le persone a combattere le proprie paure e a farsi sentire". Dal progetto I'm being taken over by fear di Kamila Hubenko (15), proveniente da Dnipro, Ucraina.

Un gruppo di giovani sorridenti che mostrano i certificati.

Gli studenti di KiNO a Zaporizhzhia festeggiano la conclusione del loro corso.

A sinistra, una donna siede di fronte all'obiettivo. A destra, un'altra donna è rivolta verso il muro, ma si piega all'indietro, mostrando il suo viso capovolto e i capelli che scendono verso terra.

Le fondatrici di KiNO, Vera Pirogova (a sinistra) e Valya Korabelnikova (a destra).

Ad esempio, sono riuscite a organizzare dei workshop KiNO a Zaporizhzhia, nel sud-est dell'Ucraina, una zona soggetta ad attacchi militari fin dall'inizio della guerra, e sede della più grande centrale nucleare d'Europa. Grazie alla loro rete di contatti, Valya e Vera non solo sono riuscite a trovare educatori locali, ma hanno anche offerto a chi aveva lasciato la città un motivo per tornare, creando una rara opportunità di lavoro in una zona di conflitto. I team della sede centrale di Canon Europe a Londra e di Canon Ucraina si sono mobilitati per garantire agli studenti l'attrezzatura necessaria per l'apprendimento. Come si può immaginare, la logistica per realizzare tutto ciò è complessa, ma questo diventa irrilevante di fronte al fatto che i tutor hanno dovuto prevedere l'uso di rifugi anti-bomba in caso di emergenza durante le lezioni. Purtroppo, si tratta di qualcosa a cui la popolazione ucraina è fin troppo abituata.

"Il nostro team a Zaporizhzhia aveva preparato due aule pronte nel caso scattassero le sirene d'allarme antiaereo", racconta Vera. "Una è in superficie e l'altra è un rifugio sotterraneo antiaereo, entrambe dotate di un grande schermo per le lezioni e dove tutto è pronto". A volte le persone devono restare lì per ore, e siamo davvero grate agli insegnanti e al Centro giovanile di Zaporizhzhia per aver reso tutto questo possibile".

Nel corso del tempo, Valya e Vera hanno organizzato workshop in Ucraina, Estonia, Georgia, Germania e Regno Unito, insegnando tecniche che spaziano dalla fotografia documentaristica all'uso di macchine fotografiche analogiche, fino al collage e alla fotografia di strada. Insieme, hanno creato una comunità di giovani artisti ucraini che usano la creatività per esplorare e comprendere il loro nuovo mondo. Tuttavia, le opere che producono vanno oltre un semplice modo per elaborare il trauma. "I nostri studenti creano opere di altissima qualità", sottolinea Valya. "Per noi è fondamentale che KiNO non sia solo una forma di terapia artistica. Stiamo cercando di esplorare nuove dimensioni nell'arte visiva insieme a ogni studente".

Si può affermare con certezza che ci sono riuscite. Ogni corso KiNO si conclude, quando possibile, con una mostra d'arte, persino a Zaporizhzhia. È un'occasione per riunire le nuove comunità e condividere i risultati raggiunti e le diverse prospettive. I team Canon di ogni Paese supportano Vera e Valya nella stampa delle opere degli studenti, pronte per essere esposte nelle location selezionate. Ovviamente, non si tratta solo di fotografie: durante questi eventi vengono proiettati anche numerosi film. Le opere sono mature, come ci si aspetta, ma anche tecnicamente impeccabili, intelligenti e realizzate con un livello di professionalità che ci si aspetterebbe da creativi molto più grandi di loro. Questo dimostra l'amore per l'arte e l'impegno di questi ragazzi, supportati da insegnanti che li vedono come il futuro della narrazione visiva.

Valya e Vera non nascondono le difficoltà di questo percorso: le lunghe ore di lavoro, le notti insonni e le levatacce la mattina. E, secondo loro, ogni studente beneficia dell'esperienza diretta dei tutor sul campo. Nonostante le difficoltà nel bilanciare il loro ruolo di artiste e insegnanti, Valya e Vera sono piene di energia, ottimismo e determinazione. "Abbiamo grandi progetti", dice Valya con semplicità. Non c'è dubbio che continueranno a far crescere questa giovane comunità di creativi ucraini, aiutandoli a trasformare le loro storie di profughi in un movimento artistico potente e significativo.

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