Fotografia "As Frozen Land Burns" di Nanna Heitmann

MOSTRA WORLD UNSEEN

"AS FROZEN LAND BURNS" DI NANNA HEITMANN

Il viaggio di una fotografa nel luogo abitato più freddo della terra, devastato dagli incendi.

10 min.
World Unseen sta cambiando il modo in cui viviamo le immagini, per tutti: non vedenti, ipovedenti e vedenti. Qui troverai l'immagine mozzafiato di Nanna Heitmann sugli incendi artici. Ascolta l'audiodescrizione di Nanna o leggi le info qui sotto.

Ascolta Nanna Heitmann mentre descrive il suo scatto

Fotografia "As Frozen Land Burns" di Nanna Heitmann

In primo piano in questa immagine si vede il tronco scuro di un albero che sta bruciando. Isolato in primo piano, su un manto erboso fumante, le fiamme salgono dalla sua base. Il fuoco sembra fermarsi a metà dell'albero, lasciando momentaneamente spazio alla corteccia annerita, prima che un altro piccolo fuoco di forma ovale bruci al centro del tronco.

Le uniche fiamme nell'immagine si trovano su questo albero. Sullo sfondo si vedono degli alberi sempreverdi intaccati dal fuoco, mentre dal terreno si alzano pennacchi di fumo. L'immagine ha toni freddi e bluastri, che fanno sembrare fuori luogo le fiamme al centro. Ho scattato questa fotografia dopo il tramonto e la fonte di luce principale proviene dai due piccoli fuochi che danzano sull'albero.

L'essenza del fuoco diventa chiara al tramonto: una forza implacabile che si fa strada tra gli alberi e li consuma dall'interno. Una linea diagonale di zolle erbose si estende da sinistra a destra sullo sfondo. È una trincea, che ha lo scopo di isolare e contenere il fuoco.

Sono soprattutto i residenti di Kürelyakh a domare questi incendi, a mani nude, con pale e piccole sacche d'acqua.»

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Immagine originale

L'immagine è tratta dalla mia serie "As Frozen Land Burns". Nel 2021 ho dedicato diverse settimane a un progetto completo sul disgelo del permafrost e sugli incendi boschivi nella Sacha (nota anche come Jacuzia), nell'estremo oriente russo. Quell'anno, la regione era stata colpita da devastanti incendi boschivi, da un grave inquinamento da fumo e dallo scioglimento del suo prezioso permafrost.

La Sacha si estende per oltre tre milioni di chilometri quadrati nell'estremo nord-est del Paese e il 40% della regione si trova all'interno del circolo polare artico. È uno dei luoghi abitati più freddi della Terra.

Le temperature precipitano a -60 °C in inverno, mentre salgono fino a 40 °C in estate. I residenti sopportano gli inverni più freddi al di fuori dell'Antartide senza lamentarsi troppo. Negli ultimi anni, però, le temperature estive nell'Artico russo hanno raggiunto i 100º Fahrenheit, causando enormi roghi che stanno scongelando quello che una volta era un terreno permanentemente ghiacciato.

Il Programma di monitoraggio e valutazione dell'Artico segnala che la regione artica si sta riscaldando tre volte più velocemente rispetto alla media globale. Nella Sacha, nonostante i roghi siano una parte naturale dell'ecosistema, una primavera mite seguita da un clima estremamente caldo e secco ha portato a una stagione degli incendi da record.

Quell'anno, secondo Greenpeace, più di 18,16 milioni di ettari sono stati devastati dal fuoco: un record da quando è iniziato il monitoraggio satellitare. Gli incendi sono stati più estesi di quelli scoppiati in Grecia, Turchia, Italia, Stati Uniti e Canada messi insieme. Le immagini satellitari della NASA hanno mostrato che il fumo degli incendi ha percorso più di 3.000 chilometri fino al Polo Nord.

Dietro lo scatto
Nanna Heitmann ha scattato questa splendida fotografia mentre si trovava nella Sacha, in Russia, utilizzando Canon EOS R e l'obiettivo Canon EF 35MM F/2 IS USM.

I vigili del fuoco hanno spiegato ad Agence France-Presse che mancano il personale e le attrezzature per affrontare questi roghi. Molti sostengono che una legge del 2015 consenta alle autorità di lasciare che gli incendi brucino se il danno potenziale non vale i costi di contenimento.

Oltre agli incendi, ci sono indicazioni che le temperature medie più elevate stiano portando alla degradazione del permafrost: suolo e rocce tenuti insieme dal ghiaccio e contenenti grandi quantità di carbonio organico proveniente da materiale vegetale congelato.

Quando il permafrost si scioglie, questo materiale marcisce, rilasciando anidride carbonica e metano, che può essere un gas serra ancora più nocivo. Gli ambientalisti temono che gli incendi scongelino altro permafrost e torbiere in Siberia, liberando ancora più carbonio dalla tundra ghiacciata.

Il 5 luglio ci siamo avvicinati a Kürelyakh, perché avevamo ricevuto notizie di gravi incendi che minacciavano il villaggio. È un villaggio isolato, costruito sul permafrost nel mezzo della fitta della taiga.

Abbiamo osservato i pennacchi di fumo denso che si levavano dalla foresta e abbiamo seguito un convoglio di volontari locali che si dirigevano verso le fiamme a bordo di vecchi fuoristrada e motociclette.

Sono soprattutto i residenti di Kürelyakh a domare questi incendi, a mani nude, con pale e piccole sacche d'acqua. E dato che questa taiga è la loro linfa vitale, non hanno altra scelta che proteggerla.

Sfruttano la foresta per la legna, per la caccia e per la raccolta di bacche e funghi. Per questo trascorrono tutta l'estate nella taiga, a combattere gli incendi che sciolgono la loro terra ghiacciata.

Questo progetto ha smentito la mia idea di come sarebbe stato domare un incendio. Nella Sacha, non ci sono scene drammatiche di fiamme imponenti che vengono spente dall'acqua. La maggior parte delle volte accade di notte, quando, come dicono gli abitanti del luogo, "il fuoco dorme". Con il buio, il calore intenso del sole scompare, l'umidità aumenta e i vigili del fuoco hanno maggiori possibilità di allontanare il fumo per fornire una visibilità sufficiente a localizzare e controllare l'incendio.

La gente del posto poi scava delle trincee intorno ai fuochi per impedire che si propaghino. Ma la regione è così a nord che le giornate sono lunghe e il sole non tramonta quasi mai nel mezzo dell'estate.

Il 2021 è stato il terzo anno consecutivo in cui i residenti della Siberia nord-orientale sono stati colpiti dai peggiori incendi della storia, e molti si sono sentiti impotenti, arrabbiati e abbandonati.

Non si tratta di un ciclo», ci ha detto un uomo. «È l'avvicinarsi della fine del mondo. L'umanità si estinguerà e tornerà l'era dei dinosauri.»

Quando pensiamo agli incendi boschivi, ci vengono in mente i Paesi mediterranei, gli Stati Uniti o l'Australia, ma molti non sanno che anche il luogo più freddo del mondo brucia, e si sta riscaldando a un ritmo allarmante.

Spero che questa fotografia, scattata con Canon EOS R e obiettivo Canon EF 35MM F/2 IS USM, ci aiuti a riflettere su quanto sta accadendo qui. Alle persone e al permafrost.

I gas serra e persino alcuni virus si sono conservati nel terreno ghiacciato per milioni di anni. Quando il permafrost disgela, vengono rilasciati nell'atmosfera. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitarlo.

Penso che questa immagine simboleggi la fragilità della natura: mentre le fiamme, poco visibili, distruggono l'albero dall'interno, il cambiamento climatico avanza silenzioso.

La foto però riflette anche la bellezza del mondo naturale e il fuoco come elemento, al tempo stesso affascinante e distruttivo.

Mi trovavo nella Sacha con il giornalista Anton Troianovski, che ha scritto l'articolo di accompagnamento per il New York Times.

Un uomo che si è offerto volontario per domare gli incendi ci ha detto che qualsiasi vittoria contro le devastazioni del clima che sta cambiando sarebbe temporanea.

"Non si tratta di un ciclo", ha affermato. "È l'avvicinarsi della fine del mondo. L'umanità si estinguerà e tornerà l'era dei dinosauri".

Spetta a tutti noi dimostrare che si sbaglia.

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