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Perché David Noton sta passando al mirrorless
L'esperto fotografo paesaggista e di viaggio, che per molti anni ha utilizzato le reflex, rivela perché ora sta utilizzando sempre più un kit con il sistema Canon EOS R.
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L'animazione del pioniere dello stop motion Ray Harryhausen in Gli Argonauti (1963) è ancora oggi avvincente. La scena della lotta con lo scheletro e la gigantesca statua animata in bronzo di Talo sono state rivoluzionarie al loro tempo e sono ancora abbastanza realistiche da far passare il sonno ai bambini.
Ray Harryhausen è stato un personaggio influente nello sviluppo delle tecniche di animazione in stop motion, utilizzandole per dare vita a classici molto amati, da Mysterious Island (1961) a Scontro di titani (1981). Diversi filmmaker hanno utilizzato all'epoca la sua tecnica "Dynamation" per far sembrare che gli attori interagissero con i modelli animati sullo schermo.
Per celebrare il centenario della nascita di Ray Harryhausen e il rilascio del firmware per l'animazione in stop motion per Canon EOS R, pensato appositamente per migliorare l'esperienza di ripresa dei filmmaker esperti in stop motion, abbiamo incontrato tre pluripremiati registi che utilizzano la tecnica di stop motion. Ci hanno spiegato come stanno continuando a spingere oltre i confini della cinematografia moderna e come le fotocamere Canon EOS li aiutano a creare successi cinematografici.
Tristan Oliver, direttore della fotografia del pluripremiato L'isola dei cani (2018) di Wes Anderson, realizzato su Canon EOS-1D X (ora sostituita da Canon EOS-1D X Mark III), inizia i suoi progetti acquisendo una profonda comprensione della visione del regista. "Se stai lavorando a un film di Wes Anderson, hai delle linee guida ben precise", rivela. "Ha uno stile molto rigoroso: l'inquadratura è estremamente simmetrica e l'illuminazione è piatta e uniforme. Richiede anche un'enorme profondità di messa a fuoco. Ma potresti trovarti a lavorare con un regista che si accontenta di lasciarti fare e puoi proporre un'idea e dire: "Che ne dici di questo?"".
Consiglia di imparare a conoscere il regista e di studiare il suo lavoro precedente per capire lo stile. È solito anche sedersi a tavolino con il regista e guardare le foto e i filmati che entrambi hanno scelto come fonte di ispirazione. Alla fine si troveranno d'accordo su come deve venire il film.
Tristan dice che è una buona idea creare un cortometraggio per mostrare le proprie idee al regista, ma sottolinea l'importanza di non cercare di fare centro al primo colpo: se si sbaglia, sarà stato tempo (e denaro) sprecato. Afferma che si tratta di avere un punto di partenza e di dare al regista qualcosa su cui farsi un'opinione.
Dave Alex Riddett, direttore della fotografia de I primitivi (2018), girato allo stesso modo su Canon EOS-1D X, ha realizzato i suoi primi filmati quando era ancora a scuola, animando le sue statuine di Action Man e utilizzando una vecchia fotocamera 8mm. È stato solo l'inizio di una lunga storia d'amore con lo stop motion. A metà degli anni Ottanta è entrato a far parte della Aardman Animations, lavorando su classici come Una fantastica gita (1989), I pantaloni sbagliati (1993) e Wallace & Gromit - La maledizione del coniglio mannaro (2005).
Dave preferisce avere il maggior numero possibile di immagini giuste direttamente al momento dello scatto. "Sono piuttosto all'antica su questo punto", afferma. "La tendenza di questi tempi, anche nell'animazione passo uno, è quella di usare numerosi CGI o estensioni del set basate su computer, ma io preferisco avere il maggior numero possibile di immagini giuste direttamente sulla fotocamera, in modo da ottenere esattamente quello che guardo con l'illuminazione impostata. Trovo molto più facile lavorare in questo modo".
Naturalmente, questo richiede molti test e un'accurata pianificazione. Dave spesso esegue una prova di illuminazione su un set prima che gli scenografi intervengano per conferire al tutto un aspetto vissuto. "Dopo di che, probabilmente, farò un'ultima prova di illuminazione e a quel punto avrò capito se ci saranno dei movimenti della fotocamera".
L'accessibilità del set è un grande problema: oltre a trovare la giusta posizione per le fotocamere e le luci, gli animatori devono essere in grado di accedere ai personaggi, rendendo le reflex digitali e le fotocamere mirrorless della gamma Canon EOS strumenti particolarmente validi per questo lavoro.
Anche ottenere la profondità di campo necessaria quando si lavora con personaggi piccoli e una messa a fuoco ravvicinata è una sfida. Significa lavorare con piccole aperture come f/16 e utilizzare esposizioni di diversi secondi di lunghezza, che a 24 fps estendono la durata di ripresa. Anche quando si scatta con piccole aperture, a volte è necessario riprendere la stessa scena due volte: una volta per mettere a fuoco i personaggi e il primo piano e un'altra volta per rendere nitido lo sfondo.
Poiché molti dei personaggi dei film in stop motion sono supportati da una cornice o un rig esterni, alcune scene devono essere girate con e senza i personaggi e i rig in posizione. Ciò significa che tutti i movimenti della fotocamera e l'illuminazione devono essere riproducibili. Il controllo della gru che supporta la fotocamera con un computer significa che il fotogramma in ogni scatto può essere ripreso esattamente dalla stessa posizione, permettendo anche agli animatori di tornare indietro e correggere eventuali errori.
Anche le fotocamere sono controllate da un software per computer, e lo standard del settore è Dragonframe, creato dall'animatore Jamie Caliri e da suo fratello Dyami. Filmmaker e regista di animazione pluripremiato, tra i titoli a cui Jamie ha collaborato ci sono Il piccolo principe (2015), realizzato con Canon EOS 6D (ora sostituita da Canon EOS 6D Mark II), e Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi (2004). La collaborazione con suo fratello, uno sviluppatore di software, ha fatto sì che Jamie fosse la persona ideale per sviluppare il software di cui i registi di stop motion avevano bisogno.
Dragonframe, compatibile praticamente con tutte le fotocamere Canon EOS, utilizza il feed Live View della fotocamera e lo inserisce tra i fotogrammi già catturati, così l'anteprima appare come un fotogramma in uno scatto. Mentre le scene dei film con azioni reali sono registrate in successione, le scene di stop motion possono essere registrate simultaneamente con più versioni degli stessi personaggi. Il direttore della fotografia può spostarsi tra più set, o unità, e un lungometraggio può arrivare a utilizzare 50 o più fotocamere. È fondamentale che ogni fotocamera funzioni in modo coerente e produca risultati paragonabili a tutte le altre.
Jamie raccomanda in particolare la fotocamera mirrorless Canon EOS R per le riprese in stop motion. "Quando abbiamo visto per la prima volta Canon EOS R abbiamo pensato: "Wow, diventerà sicuramente uno strumento indispensabile per lo stop motion". Non ha meccanismi che si muovono intorno allo specchio, è dotata di un grande sensore full frame da 30MP, dispone di un'elevata sensibilità in condizioni di scarsa illuminazione...in poche parole è la fotocamera perfetta per lo stop motion".
Dragonframe ha discusso con Canon delle modifiche apportate al software per aiutare gli animatori che utilizzano la tecnica di stop motion, modifiche che hanno portato al rilascio del firmware per l'animazione in stop motion, in grado di aumentare la risoluzione di feed Live View della fotocamera dallo standard di 960x640 pixel a 1920x1280 pixel, offrendo così agli animatori maggiori dettagli di fondamentale importanza. È stata aggiunta anche la funzione di focus peaking su USB, pertanto è visibile dall'interno di Dragonframe, rassicurando gli animatori sul fatto che hanno centrato la messa a fuoco.
"Di solito non azzardiamo a dire specificamente che questa è la fotocamera perfetta per lo stop motion, perché ognuno ha le proprie preferenze", sostiene Jamie. "[Ma] noi di Dragonframe siamo davvero entusiasti di questa fotocamera, siamo convinti che possa rappresentare il futuro per le riprese in stop motion a livello professionale".
Il Live View migliorato aiuta a produrre un movimento fluido e consente la messa a punto accurata di piccoli dettagli, in particolare quando le espressioni devono cambiare da un fotogramma all'altro e la registrazione deve essere precisa.
"A volte gli occhi dei personaggi possono essere davvero piccoli, e può sembrare che siano concentrati su qualcosa, ma in alta definizione si possono vedere tutti i dettagli", afferma Jamie. "Gli animatori potrebbero andare fuori di testa per eventuali piccoli errori, quindi tutto sta nel curare dettagli molto sottili e nella precisione dei piccoli movimenti".
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