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Vita di frontiera: la testimonianza di Paolo Verzone sulle popolazioni del Circolo Polare Artico

A man in an orange boiler suit stands in a room with a wooden-panelled wall, two towels hanging from pegs.
Günter Stoof, un tecnico dell'istituo Alfred Wegener, un'organizzazione tedesca per la ricerca marina e polare, nella base russo-tedesca sull'isola di Samoylov. Scatto realizzato con Canon EOS 5DS R e obiettivo Canon EF 50mm f/1.2L USM. © Paolo Verzone

Tre anni fa, quando il Canon Ambassador Paolo Verzone ha visitato per la prima volta il Circolo Polare Artico, sapeva che ci sarebbe tornato. Dopo cinque viaggi, il fotografo italiano è a metà strada del suo progetto personale che documenta le comunità del Circolo Polare Artico. Nel suo lavoro descrive quello che è necessario per scattare fotografie in uno degli ambienti più complicati al mondo.

Paolo aveva già lavorato a progetti fotografici a lungo termine e la sua ultima impresa è una delle più ambiziose. Provvisoriamente intitolato Arctic Zero, il progetto in corso documenta il premiato fotoreporter italiano nei suoi viaggi al Circolo Polare Artico, dalle Svalbard in Norvegia alla Siberia fino alla Groenlandia, per raccontare la storia degli scienziati e delle comunità che chiamano "casa" questi posti inospitali.

I contenuti audio sono disponibili soltanto in inglese.

A man stands on top of a snow-covered cliff overlooking the sea. He is dwarfed by the enormous landscape and exposed rocks of the cliff face.
Pastore e scrittore locale, Leif Magne Helgesen, nel Svalbard. Scatto realizzato con Canon EOS 5DS R e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM. © Paolo Verzone
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Tutto è iniziato dal documentario web sul cambiamento climatico e il riscaldamento globale commissionato da Le Monde. Nel maggio del 2015 Paolo ha raggiunto, insieme a un giornalista, la base di ricerca Ny-Ålesund sull'isola di Spitsbergen nelle isole Svalbard, in Norvegia. Per 10 giorni Paolo e il suo accompagnatore hanno dovuto sopportare temperature glaciali e difficili condizioni meteorologiche per documentare gli scienziati al lavoro e catturare la bellezza dei paesaggi circostanti.

Lavorando al documentario Paolo ha avuto l'idea di realizzare un progetto personale che lo avrebbe portato a diverse basi di ricerca del Circolo Polare Artico, tra cui l'isola di Samoylov, una stazione di ricerca russo-tedesca in Siberia che studia il permafrost.

"Non lavoro solo alle basi, ma anche all'idea di ultima frontiera" spiega Paolo. "Le basi scientifiche si trovano spesso in territori con peculiarità e abitanti unici. Ad esempio, i cittadini delle Svalbard non sono nati lì. Tutti gli abitanti provengono dall'estero e sanno che un giorno se ne andranno. Le comunità che risiedono lì sono come esploratori di nuove frontiere, e l'intera società è influenzata da questo comportamento. Sono interessato a questo mix moderno di scienza, natura selvaggia e comunità innovative che si stanno sviluppando attorno al Circolo Polare Artico ".

In a snowy landscape, a person is lifted from the ground by a large orange balloon.
Il pallone sonda, soprannominato Miss Piggy, viene fatto volare sopra la stazione Ny Alesund Arctic. Scatto realizzato con Canon EOS 5DS R e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM. © Paolo Verzone

Durante i suoi viaggi Paolo aveva con sé due fotocamere: una fotocamera Canon EOS 5DS R e una fotocamera Canon EOS 5D Mark IV. La prima era perfetta per realizzare ritratti, soprattutto in movimento, e "la capacità della fotocamera di mantenere i bianchi leggibili è sempre stata straordinaria" spiega. Una delle caratteristiche più importanti della fotocamera è la capacità di catturare qualsiasi aspetto, soprattutto nelle immagini con molto contrasto. "Sai che la fotocamera catturerà anche il sole riflesso sulla neve o nell'acqua". 

Paolo ha usato Canon EOS 5D Mark IV per catturare scene di azione e con scarsa luminosità. La gamma dinamica della fotocamera, anche con ISO più elevate, di 3200 o 6400, lo ha sorpreso. Un volta, in piena notte, Paolo era su un'imbarcazione e stava aspettando l'arrivo di una barca più piccola che lo portasse sull'isola di Samoylov. "C'era un'atmosfera strana e magica" racconta. "5D Mark IV era fantastica. Diversamente non avrei potuto scattare la fotografia notturna dell'imbarcazione. È stato in quel momento che ho capito il valore effettivo di questa fotocamera".

A boat sails into port in the dark, lighting up the water in front of it with a tiny lamp.
Un'imbarcazione riporta gli scienziati sull'isola di Samoylov. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark IV e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM. © Paolo Verzone
A man in a red coat with a fur hood stands in an icy landscape at dawn.

Paolo Verzone racconta la sua esperienza nel Circolo polare artico

Scopri come il Canon Ambassador ha attraversato una tempesta di neve, camminato sul ghiaccio e utilizzato tre reflex per portare a termine il complesso progetto.

Con il desiderio di scattare fotografie con la luce naturale e la decisione di evitare l'uso del flash laddove possibile, Paolo usa spesso obiettivi a focale fissa con apertura veloce. Durante l'avventura il suo kit comprendeva una fotocamera Canon EF 35mm f/1.4L USM, una fotocamera Canon EF 100mm f/2.8 Macro USM e una fotocamera Canon EF 40mm f/2.8 STM, un obiettivo che "possiede una delicata gamma di contrasti e colori. Si può usare per tutto: dai paesaggi a certi tipi di ritratti. Lo uso spesso".

Per i ritratti Paolo usa spesso l'obiettivo Canon EF 50mm f/1.2L USM, soprattutto per la sua ampia apertura, che è "perfetta per quando c'è la luce. È prezioso non solo per catturare i dettagli, ma anche per rendere l'atmosfera". Un altro vantaggio di questo obiettivo è la sua "capacità di rendere i colori così come li vedevo".

Le difficoltà di scattare fotografie nella neve

Paolo era inevitabilmente in balia degli elementi. "Nello studio hai il controllo di tutto, mentre all'esterno no. Bisogna individuare la situazione, il posto e la luce migliore per scattare. È la tua prospettiva dell'ambiente a creare la fotografia".

Sebbene il Circolo Polare Artico sia caratterizzato da chilometri e chilometri di ghiaccio e neve, le fotografie scattate non erano affatto monotone. Anche se Paolo aveva già un'idea degli scatti che voleva realizzare, ha dovuto adattarsi alle condizioni variabili. In effetti il segreto è sempre stato "adattarsi", spiega. "È quello che facevo ogni giorno perché la luce continuava a variare, con il sole diretto e le nuvole, e la neve cambiava colore. Pensavi di realizzare un certo tipo di ritratto, per poi scoprire che la fotografia scattata era diversa..."

A man in a black wetsuit stands in icy waters.
Un sommozzatore dell'istituto polare francese Paul-Émile Victor (IPEV) al lavoro presso la stazione Ny Alesund Arctic. Scatto realizzato con Canon EOS 5DS R e obiettivo Canon EF 24-70mm f/2.8L II USM. © Paolo Verzone

Ovunque guardavi c'era ghiaccio e neve, racconta Paolo, ma lavorare a progetti in un mondo di bianco sconfinato non è mai stato un problema. "Forse in passato scattare foto nella neve era un po' problematico. Ma oggi con Canon EOS 5DS R e Canon EOS 5D Mark IV, [le immagini] hanno contorni marcati" spiega. Le fotocamere funzionavano anche durante le tempeste di neve. "Una volta c'era un forte vento e la neve scendeva orizzontalmente, ma le fotocamere non hanno avuto problemi" aggiunge Paolo.

Come si fa a ottenere un'esposizione ottimale in paesaggi innevati? Paolo suggerisce di non compensare e sottoesporre l'immagine. "Fai una o due prove e controlla lo schermo per assicurarti che l'esposizione sia giusta: che non sia troppo luminosa o sottoesposta" spiega. "Le funzionalità delle fotocamere Canon permettono di catturare praticamente tutto".

In certe occasioni Paolo rimaneva all'esterno per lunghi periodi, ma le batterie non l'hanno mai abbandonato. "Non ho mai avuto problemi, neanche a -15°C o -20°C. Basta tenere la fotocamera al caldo nello zaino o sotto la giacca mentre cammini ed estrarla quando ti serve".

A person in white overalls and black boots carries a large white box in the snow.
Lo studioso di glaciologia Jean Charles Gallet preleva nuovi campioni per determinare la quantità di black carbon nella neve. Scatto realizzato con Canon EOS 5DS R. © Paolo Verzone

Uno dei rischi più grandi del progetto è quello di cadere nella tentazione di concentrarsi solo sulla bellezza del paesaggio" racconta Paolo. Bisogna imporsi delle restrizioni per non scattare fotografie banali. Quando Paolo ha capito come lavorare con il bianco che lo circondava, ha iniziato a realizzare una grande varietà di scatti.

"Quando arrivi, è tutto incredibile" afferma. "Sembra di essere sulla luna. Poi, il giorno dopo, ti rendi conto che è tutto vero. Invece di scattare fotografie in tutte le situazioni cerchi di capire e interagire con le situazioni. 

"Il segreto sta quindi nell'andare più volte nello stesso posto," aggiunge. "Più esplori più ti viene da dire 'aspettiamo" e poi capisci la situazione". Si tratta di rallentare e scattare foto "ricche di significato".

Paolo spera che la sua prossima tappa sia l'Alaska, ma ha deciso di prendersela con calma. "Il Circolo Polare Artico è molto vasto, per cui ci sono molte altre zone da visitare e fotografare. Ma non ho fretta".

Scritto da Gemma Padley


Il kit fotografico di Paolo Verzone

Il kit di Canon che si distingue in condizioni estreme

Two Canon DSLRs, four lenses, four filters, lights, hard drives, a walkie-talkie and other pieces of kit sit on a grey table top.

Fotocamere

Canon EOS 5DS R

L'altissima risoluzione di questa reflex consente di effettuare molti tagli continuando a offrire una qualità dell'immagine nitida, inoltre "la capacità della fotocamera di mantenere i bianchi leggibili è sempre stata straordinaria" racconta Paolo.

Canon EOS 5D Mark IV

Questa fotocamera reflex digitale full-frame da 30.4 MP cattura ogni dettaglio, anche ad alto contrasto. Paolo ha notato le sue qualità anche in condizioni di scarsa luminosità: "La fotocamera 5D Mark IV era fantastica... È stato in quel momento che ho capito il valore effettivo di questa fotocamera".

Obiettivi

Canon EF 40 mm f/2.8 STM

Un obiettivo compatto e versatile con una luminosa apertura massima che consente di fotografare in condizioni di scarsa luminosità e controllare la profondità di campo. L'obiettivo "possiede una delicata gamma di contrasti e colori. Si può usare per tutto" spiega Paolo.

Canon EF 50 mm f/1.2L USM

Con un'apertura massima f/1.2 e la messa a fuoco automatica a ultrasuoni, questo velocissimo obiettivo è il migliore in condizioni di scarsa luminosità. Paolo adorava la sua "capacità di rendere i colori così come li vedevo".

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