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Il kit Canon che abbassa gli ostacoli per i filmmaker
Scopri come la tecnologia Canon sta aprendo le porte dell'industria cinematografica e abbattendo i vecchi limiti di costo, complessità e tempo.
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Grazie a una sensibilità ISO massima che supera i 4 milioni, la videocamera cinematografica Canon ME20F-SH riesce ad acquisire immagini nella quasi completa oscurità, offrendo ai filmmaker possibilità creative senza precedenti. L'innovativa tecnologia della videocamera quest'anno è stata riconosciuta dalla National Academy of Television Arts and Sciences, che le ha assegnato il premio Emmy 2020 per la categoria Technology & Engineering, per la quinta volta assegnato a un prodotto Canon.
"Siamo grati di ricevere questo stimato riconoscimento per la nostra rivoluzionaria videocamera ME20F-SH", afferma Kazuto Ogawa, Presidente e Direttore operativo di Canon USA. "Questo premio è un riconoscimento per l'impegno e la visione dell'azienda nello sviluppare strumenti di imaging che aiutano professionisti creativi a vedere ciò che prima era considerato impossibile".
Concepita sulla base delle precedenti videocamere cinematografiche di Canon con innesto EF, Canon ME20F-SH vanta un sensore CMOS full frame da 35 mm con sensibilità estremamente elevata, in grado di registrare video in Full HD con livelli di luminosità inferiori a 0,0005 lux all'impostazione del guadagno massima di 75 dB, ossia l'equivalente di un valore ISO di 4,5 milioni. Queste incredibili capacità in condizioni di scarsa illuminazione sono state il motivo per cui il direttore della fotografia vincitore di BAFTA e Academy Award Anthony Dod Mantle ha scelto Canon ME20F-SH per effettuare le riprese delle scene subacquee del suo film, Kursk: The Last Mission (2018).
Basato sulla vera storia del disastro del sottomarino nucleare russo Kursk, avvenuta nel 2000, il film vede i membri dell'equipaggio lottare per la sopravvivenza a seguito di un'esplosione avvenuta a bordo. In questo articolo, Anthony e l'operatore subacqueo Wim Michiels spiegano le sfide poste dal girare le riprese sott'acqua e nell'oscurità e perché hanno scelto Canon ME20F-SH per dare vita alle drammatiche scene del film.
"La maggior parte delle riprese di Kursk si sono svolte nella completa o quasi completa oscurità. Anthony voleva girarlo con una luce molto fioca", spiega Wim, proprietario di Lites Water Stage, una casa di produzione specializzata in riprese subacquee. "Voleva testare videocamere e obiettivi diversi per trovare un aspetto unico per le immagini subacquee. Abbiamo provato diversi allestimenti, Anthony voleva che provassimo a inserire Canon ME20F-SH in una custodia subacquea. Ho noleggiato Canon ME20F-SH con innesto EF e abbiamo utilizzato un piccolo obiettivo fotografico Canon [per farlo stare nella custodia]. Dopo tutte le prove effettuate, Anthony ha apprezzato la videocamera specialmente per la sua estrema sensibilità".
Anthony, che ha vinto un Oscar per la categoria Best Cinematography con The Millionaire (2008), in precedenza aveva usato Canon ME20F-SH per riprendere le scene con scarsa illuminazione in T2 Trainspotting di Danny Boyle (2017). "In entrambi i casi ho avuto esperienze fantastiche con la videocamera e il sensore", racconta. "Credo di essere riuscito a creare qualcosa di originale".
"Nel caso di Kursk, si trattava di creare una scena subacquea in un sottomarino in cui il set era così buio da contribuire effettivamente a generare ansia e paura nei sub e negli attori. In T2 si trattava invece di attenuare le luci di una metropoli scozzese al punto da rendere visibili al sensore i gabbiani nel cielo notturno che si stagliava sul buio paesaggio urbano. In entrambi i casi la sensibilità era un fattore critico, l'illuminazione era minima e abbiamo ridotto in modo sostanziale il disturbo digitale in post-produzione".
Sebbene impostando il guadagno della videocamera al valore massimo sia possibile vedere e riprendere il cielo stellato, quando si tratta di riprese di alto livello è necessaria un po' di moderazione quando si seleziona la sensibilità massima. Per Kursk, dopo diverse prove subacquee, Anthony e Wim hanno deciso di non spingere il valore ISO della videocamera oltre 44.000 con la luce che intendevano utilizzare per le scene in immersione. Per i flussi di lavoro VFX sono stati usati LED bicolori molto grandi, morbidi e a basso livello per simulare la luce del sole sulla superficie del mare e per l'illuminazione degli interni del sottomarino. "Li facevamo galleggiare sulla superficie e sotto il sottomarino", racconta Wim. "Erano molto sottili e diffondevano una luce profonda da ogni parte, mentre il resto veniva illuminato da torce per immersione".
In una delle scene, due dei membri della troupe sopravvissuti sono costretti a nuotare in un compartimento inondato con solo una torcia ciascuno legata ai gomiti. Si tratta di una scena straziante, che la troupe del film ha chiamato "la lunga nuotata", con un atleta di freediving e una persona addestrata appositamente per la scena. "Quando abbiamo acceso la prima torcia per immersione la stanza era inondata di luce a questa sensibilità", spiega Wim. "Abbiamo dovuto usare dei filtri ND perché la luce era troppo intensa".
Per le riprese fuori dall'acqua, sono state usate videocamere cinematografiche digitali e una serie di obiettivi vintage a focale fissa Canon K-35, che hanno donato al video un'estetica analogica in linea con il tempo. "Anthony sapeva di alcuni ingegneri Canon in Giappone che avevano modificato due videocamere con un innesto PL, quindi potevamo usare obiettivi PL. Utilizzando un sensore ampio, avevamo bisogno di obiettivi per grandi formati".
Il team ha usato una serie di obiettivi fotografici vintage riposti in una custodia e rimontati, ma la maggior parte delle riprese subacquee è stata registrata con solo due lunghezze focali, soprattutto a 35mm. "Hanno dato morbidezza alle immagini", spiega Wim. "Non è facile sott'acqua, ma la videocamera e l'obiettivo a ISO 44000 hanno permesso ad Anthony di ricreare l'effetto desiderato rimanendone molto, molto soddisfatto".
Wim ha adattato una custodia subacquea esistente per ospitare la videocamera Canon ME20F-SH e l'obiettivo, completa di ampio monitor subacqueo di alta qualità e di comunicazione a due vie con la superficie. "Avevamo due set", spiega. "Due custodie, due videocamere, due comandi a distanza, due comandi a distanza per la messa a fuoco: dovevo adattare il kit. Con due lunghezze focali era più facile cambiare custodie che a cambiare obiettivi, e inoltre in questo modo hai anche un backup".
In superficie, Anthony e il suo assistente avevano entrambi un comando a distanza Canon RC-V100 e un monitor. Hanno usato anche un registratore Codex per salvare i filmati su un file DPX e ottenere flessibilità e ottimi risultati con i flussi di lavoro VFX in post-produzione.
Wim crede che sia stato grazie al test all'inizio delle riprese che il team ha avuto conferma di avere per le mani la videocamera giusta per il progetto. "Anthony fa un lavoro impressionante. Non si limita a testare videocamere e obiettivi, ma li prova con luci e oggetti di scena. Sono rimasto davvero impressionato dal lavoro di preparazione, ci ha permesso di capire che avevamo gli strumenti giusti per il film".
L'incredibile sensore integrato di Canon ME20F-SH ha consentito ai filmmaker di riprendere rare immagini dei predatori notturni dell'Africa. A due anni dalla sua uscita sul mercato, la videocamera è stata usata per riprendere l'incredibile documentario di National Geographic Earth Live (2017). Le riprese dal vivo in luoghi remoti dell'Africa con Canon ME20F-SH hanno mostrato le abitudini di caccia dei predatori notturni. Per evitare di disturbare gli animali, le scene con illuminazione pressoché assente come questa in genere richiedono l'uso degli infrarossi, difficili da posizionare in modo corretto e capaci di registrare solo in bianco e nero. Il sensore integrato in Canon ME20F-SH e la capacità di registrare video Full HD a colori, con una minor quantità di disturbo e senza necessità di illuminazione aggiuntiva, hanno consentito ai filmmaker di catturare immagini che altrimenti non avremmo potuto vedere.
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