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I migliori obiettivi Canon per la fotografia macro
I consigli dei fotografi professionisti Christian Ziegler, Eberhard Schuy, Ilvy Njiokiktjien e di Mike Burnhill sui migliori obiettivi Canon per la fotografia macro.
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È senza dubbio il problema più grande della fotografia macro: ci si avvicina al soggetto selezionando in genere un'apertura ampia per catturare più luce possibile, ma come risultato la profondità di campo è molto ridotta e lascia gran parte dell'immagine fuori fuoco. Che tu stia realizzando foto macro di piccoli insetti o un'immagine di un esteso paesaggio, a volte serve più profondità di campo di quella che un singolo scatto con un unico obiettivo riesce a offrire. Ridurre l'apertura potrebbe non fornire la nitidezza sufficiente su tutta l'ampiezza del fotogramma, particolarmente nel caso della fotografia macro. Ed è qui che entra in gioco il focus stacking.
Per creare immagini sovrapposte, si inizia applicando il bracketing a un certo numero di immagini che ritraggono lo stesso soggetto e in cui parti leggermente diverse dello stesso sono a fuoco. Queste immagini vengono quindi unite, o "sovrapposte", in post produzione per produrre un'unica immagine con una maggiore profondità di campo e in cui il soggetto è nitido per tutta l'ampiezza del fotogramma. È un ottimo modo per superare i limiti naturali di un obiettivo e creare immagini straordinariamente a fuoco e ricche di dettagli.
Ma, per l'esattezza, come si può scattare e unire immagini con la tecnica del focus stacking? In che modo la tecnica differisce quando si realizzano foto macro o di paesaggi, qual è il kit migliore da usare e come si tramuta una sequenza di scatti in un'unica immagine dettagliata? In questo articolo, il Canon Ambassador e fotoreporter naturalista Christian Ziegler, il fotografo specializzato in ritratti macro Matt Doogue e il fotografo paesaggista e di viaggio David Clapp svelano come usare il focus stacking per creare scatti ricchi di dettagli.
Matt Doogue ha iniziato a fotografare insetti e aracnidi sette anni fa. Ha affinato la sua tecnica di focus stacking per risolvere il problema della profondità di campo estremamente ridotta che si ottiene scattando foto di soggetti piccoli con un elevato fattore di ingrandimento. In genere usa la fotocamera Canon EOS 6D (ora sostituita dal modello successivo Canon EOS 6D Mark II) abbinandola agli obiettivi Canon MP-E 65mm F2.8 1-5x Macro e Canon EF 100mm F2.8L Macro IS USM, scelti per le aperture ampie e il fattore di ingrandimento che offrono.
"La maggior parte delle persone pensa che usando aperture molto ridotte si riesca a ottenere una maggiore porzione del soggetto a fuoco", spiega. "È corretto, ma causa anche un effetto di diffrazione, dove la luce si disperde e la nitidezza dell'immagine si riduce con esposizioni molto più lunghe.
"Scattare con aperture ampie come F2.8 consente di evitare la diffrazione e di far entrare nell'otturatore più luce, in modo da poter ricorrere a esposizioni meno prolungate. Tuttavia, se sto fotografando un ragno con il mio obiettivo macro 65mm e un fattore di ingrandimento 5x, riuscirò a mettere a fuoco solo i due occhi anteriori lasciando il resto completamente sfocato. Con la tecnica del focus stacking posso mettere a fuoco l'intero muso e realizzare un fantastico ritratto".
Fotografando soggetti animati e in movimento, Matt spesso deve lavorare velocemente per scattare più di un'immagine con punti focali leggermente diversi. Per farlo, Matt fotografa a mano libera per la maggior parte dei suoi lavori per avere una maggiore libertà di movimento. Anziché cambiare la posizione della ghiera di messa a fuoco, cosa che in un obiettivo macro modificherebbe anche il fattore di ingrandimento, sposta la fotocamera avanti e indietro durante lo scatto.
Il numero di scatti che Matt realizza per ritrarre un soggetto dipende dal livello di ingrandimento al quale sta lavorando. Se ad esempio fotografa con un ingrandimento di 1x avrà bisogno di tre o quattro immagini da sovrapporre per avere l'intero soggetto a fuoco; se utilizza un fattore 2x serviranno otto scatti e così via.
Il numero di scatti dipende parzialmente da quanti riesce a scattarne prima che il soggetto si muova. "I ragni salterini, ad esempio, si muovono spesso, quindi sono soddisfatto quando riesco a ottenere due o tre scatti", spiega. "Con soggetti come gli scarabei o i ragni sulla tela, cerco sempre di realizzare un minimo di otto scatti. Più scatti si riescono a ottenere con diversi punti di messa a fuoco, meglio è: più immagini si hanno, maggiore sarà la profondità di campo dell'immagine finale".
Di recente Christian Ziegler ha usato la tecnica del focus stacking per una serie di immagini di fiori e piante, realizzata in Scozia con la fotocamera Canon EOS-1D X Mark III e l'obiettivo Canon EF 100mm F2.8L Macro IS USM.
"Ho riscoperto il focus stacking durante il lockdown del Covid-19, che ha costretto tutti noi a casa", racconta. "Ho usato questa tecnica per ritrarre dei fiori forse 15 anni fa a Panama, ma allora era molto più complicata. Ora le operazioni di post elaborazione sono così semplici che è facile scattare alcune immagini, giocare un po' con le impostazioni e vedere se funziona.
"Ho trascorso molto tempo a documentare l'arrivo della primavera. Amo in particolar modo i fiori primaverili e le foglioline giovani. Ho raccolto molte specie portandole con me nello studio per giocarci un po', scattando più immagini e quindi sovrapponendole per creare un'immagine perfettamente nitida. Credo che questa tecnica funzioni davvero bene per i dettagli naturali come quelli di fiori, soffioni e insetti. Volevo mostrare la bellezza e la delicata natura di questi soggetti".
Se Matt ha sviluppato la sua tecnica per catturare più dettagli dei suoi soggetti in movimento prima che cambino posizione, Christian, con i suoi soggetti inanimati, può prendersi tutto il tempo necessario per catturare ogni nanometro di dettaglio. Porta nel suo studio fiori come papaveri e giacinti e piante come felci e ortiche. Ciò gli consente di controllare con precisione l'illuminazione e di evitare i problemi causati dal vento che agita i suoi soggetti durante l'esposizione. In genere scatta tra le 4 e le 17 immagini per catturare i soggetti a fuoco dal punto più vicino a quello più lontano, assicurandosi che ogni tricoma (escrescenza della pianta) e dettaglio sia nitido.
Christian monta la sua fotocamera su un treppiede per ottenere la perfetta stabilità, quindi fotografa i fiori su uno sfondo nero per focalizzare l'attenzione su forme, texture e colori. L'obiettivo Canon EF 100mm F2.8L Macro IS USM è la scelta ideale per realizzare immagini botaniche con la tecnica del focus stacking, in quanto "offre un'ottima nitidezza", spiega.
Quando si scattano foto di soggetti statici in un ambiente interno, Christian pensa che, a patto di essere metodici nell'approccio, i risultati non tardano a vedersi. "Non credo si possa davvero sbagliare con questa tecnica", continua. "Incoraggio le persone a provarla su diversi soggetti: foto macro di piante, funghi o insetti sono perfettamente adatte allo scopo. Direi che l'unico errore che ho fatto è stato provare a scattare le foto all'aperto durante una giornata di forti piogge: quello non ha funzionato! È necessario che i soggetti siano immobili".
La tecnica del focus stacking è utile anche nella fotografia paesaggistica. Il fotografo specializzato in paesaggi e viaggi David Clapp la utilizza da oltre 10 anni per creare immagini completamente nitide, dal primo piano allo sfondo.
La utilizza principalmente quando estende la profondità di campo oltre la capacità dell'obiettivo con cui sta scattando, in particolare nel caso dei teleobiettivi. Fa uso della tecnica anche quando fotografa in condizioni di scarsa illuminazione e non trova possibile scattare con una velocità dell'otturatore sufficientemente rapida da evitare i movimenti dei soggetti mantenendo tutti gli elementi a fuoco.
David realizza i suoi scatti con la fotocamera Canon EOS 5D Mark IV e obiettivi tra cui Canon EF 24-70mm F4L IS USM e Canon EF 100-400mm F4.5-5.6L IS USM (ora sostituito dal modello successivo Canon EF 100-400mm F4.5-5.6L IS II USM). Usando la messa a fuoco manuale, inizia impostando l'obiettivo su focus a infinito e modifica gradualmente il punto focale fino a raggiungere la parte più vicina del primo piano. Tiene sempre la fotocamera montata su un treppiede.
"Scattando con obiettivi grandangolari e aperture ridotte è possibile ottenere una notevole quantità di profondità di campo nativa, pertanto non è necessario scattare un gran numero di foto per ottenere un'immagine nitida", spiega. "Tuttavia, maggiore è la lunghezza focale, maggiore è l'attenzione che richiede la sovrapposizione delle varie immagini. Se si lavora in condizioni di scarsa illuminazione, le regolazioni della messa a fuoco tra i vari fotogrammi saranno di piccola entità, in quanto l'apertura sarà maggiore e di conseguenza la profondità di campo di ogni fotogramma più ridotta. Il peggiore incubo di chiunque usi la tecnica del focus stacking è avere una porzione di scena fuori fuoco tra due immagini".
Quando si scattano foto di paesaggi con la tecnica del focus stacking, spiega, ci sono diverse cose da tenere a mente. "Se si lavora su superfici più morbide, come la sabbia, ogni volta che si impugna la fotocamera si cambia leggermente la posizione del treppiede. Bisogna assicurarsi di fissarlo saldamente al suolo e che non si muova. Oltre a ciò, bisogna scattare usando l'esposizione manuale, in quanto l'uso di una modalità automatica può far sì che la fotocamera alteri l'esposizione o il bilanciamento del bianco tra i fotogrammi creando complicazioni in fase di post elaborazione".
Alcune fotocamere Canon, come i modelli Canon EOS R5, Canon EOS R6, Canon EOS RP e Canon EOS 90D vantano di funzioni integrate automatiche di bracketing della messa a fuoco per facilitare ulteriormente l'acquisizione di immagini con la tecnica del focus stacking. Ciò consente di impostare la fotocamera affinché scatti il numero desiderato di immagini a incrementi di messa a fuoco selezionati. La fotocamera inizia ad applicare il bracketing della messa a fuoco dal punto più vicino, procedendo verso l'infinito. Più è ampia l'apertura, più graduali saranno gli incrementi di messa a fuoco e il numero di scatti.
Una volta acquisite le immagini da usare nella composizione, i tre fotografi hanno diversi approcci per creare le immagini finali sovrapposte. Usano software di editing delle immagini di uso generale o programmi dedicati appositamente al focus stacking. Ciononostante, il processo post-acquisizione è ampiamente simile: selezionano e modificano gli scatti in cui vi è la più vasta gamma di punti di messa a fuoco, quindi, allineano le immagini e le uniscono in un'unica immagine composita rimuovendo eventuali anomalie (come ad esempio la zampa di un insetto che si è mossa tra uno scatto e l'altro dell'esposizione nel lavoro di Matt).
Il software di Canon Digital Photo Professional (DPP), gratuitamente scaricabile per chi possiede una fotocamera Canon EOS, è lo strumento perfetto. Nella versione 4.10 e successive è inclusa la funzione Composizione profondità, compatibile con le immagini scattate con fotocamere dotate di focus bracketing come Canon EOS R, Canon EOS RP e Canon EOS 5D Mark IV. Questa funzione consente di regolare automaticamente le immagini in determinati modi, ad esempio smussando i contorni della composizione. L'immagine risultante può essere modificata con lo strumento Modifica composizione profondità per produrre un'unica foto perfettamente a fuoco.
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