ARTICOLO
Come essere rappresentati da una galleria
Abbiamo chiesto a Katy Barron, curatrice della Michael Hoppen Gallery di Londra, di stilare alcuni consigli per i fotografi d'arte emergenti.
LE STORIE
Ma cos'è esattamente un fotolibro? Se prendiamo la definizione molto apprezzata nel settore, tratta dal libro Photography Between Covers, scritto da Mattie Boom, curatore della fotografia del Rijksmuseum e docente di fotografia presso l'Università di Utrecht Rik Suermondt, un fotolibro è "una forma d'arte autonoma paragonabile a una scultura, un'opera di teatro o un film. Le fotografie perdono le loro caratteristiche di cose "fini a se stesse" e diventano parti, che prendono forma grazie all'inchiostro per la stampa, di eventi pieni di pathos che assumono il nome collettivo di libro."
Dewi Lewis ha pubblicato fotolibri per 30 anni, vincendo premi e riconoscimenti, lavorando con un mix eclettico di fotografi: da veterani come Martin Parr e Bruce Gilden a nomi più nuovi come Laia Abril e Makiko. Dewi riceve ogni anno migliaia di contributi da fotografi che vorrebbero che pubblicasse i loro lavori e qui ci rivela qual è il modo migliore di attirare la sua attenzione.
"In generale lo standard della fotografia è migliorato nel periodo in cui io ho lavorato nell'editoria. Le persone sono più consce del lavoro degli altri, quindi ricevo molti meno lavori amatoriali orribili, ma questo non vuol dire che in generale mi arrivino più progetti davvero validi. Spesso molti sono ripetitivi."
"Se un fotografo mi presenta una bozza finita e non mi piace il modo in cui è stata creata la sequenza fotografica o non mi piace il design, per me è difficile ignorare questi fattori, mentre se si tratta di una semplice serie di stampe di immagini, allora vado oltre, mi immagino come potrebbe essere il lavoro finito: ci potrebbe stare bene una doppia pagina qui? Che tipo di carattere potrebbe funzionare? Se il design [che mi arriva] è troppo forzato, è probabile che non mi faccia una buona impressione. Spesso mi arrivano tanti progetti che sembrano fin troppo ricercati."
"C'è qualcosa che non pubblicherei? Sì, foto di nudo. Non ne ho mai trovata una interessante e ne ho viste fin troppe veramente brutte, quindi è molto più semplice dire che non me ne occupo. È molto più probabile che si finisca col pubblicare un libro di pornografia, o un lavoro che possa essere considerato pornografico, piuttosto che un libro di foto di nudo. Le foto spesso scadono nei cliché, rimandano all'idea di un falso erotismo e ci sono davvero pochi buoni esempi. Tipo quelli di Bill Brandt, ma di sicuro non sono i migliori lavori di Bill Brandt..."
"Molti fotografi arrivano con l'idea che stamperemo 50.000 copie. Allo stato attuale stiamo finanziando probabilmente il 60-70% dei costi dei nostri libri. Per alcuni, ad esempio Martin Parr o Dougie Wallace, copriamo il 100%. Ci sono però altri libri, dove il numero delle copie vendute sarà basso, per cui il nostro contributo sarà solo del 50% dei costi di produzione. Per altri, pur pensando che il progetto sia molto valido, non potremo coprire nemmeno il costo dell'invio di una copia per la stampa, quindi dobbiamo avere il 100%. Se un fotografo avanza delle pretese che non hanno senso dal punto di vista finanziario, l'editore si deve fare da parte."
"Non ho problemi a lavorare con persone difficili ma ho problemi a lavorare con persone che sono difficili senza motivo. Tutti gli editori hanno avuto a che fare con persone che crollano sotto la pressione della fase di stampa. Quando qualcuno sa bene cosa vuole, ma ha molte pretese, non ci sono molte alternative se non accettare questo atteggiamento o non accettarlo. Ma quando qualcuno cambia sempre idea o accoglie suggerimenti contraddittori da persone diverse, allora c'è un problema di fondo."
"Il processo editoriale richiede molta pazienza. I PDF possono fare avanti-indietro 20-30 volte con delle piccole modifiche e questo può andare avanti all'infinito. Una buona collaborazione è come una conversazione costruttiva. Se non la si riesce a instaurare, il rapporto può essere davvero difficile. Una collaborazione dovrebbe essere alla pari e quando un editore si rende conto che sta collaborando con qualcuno che non è rispettoso, probabilmente penserà: questa cosa sta prendendo una brutta piega e ci dobbiamo fermare. Ma in 30 anni credo che si siano verificati solo due casi di questo tipo."
Si tratta di fare scelte difficili e non seguire la massa.
"Solo perché un fotografo ha i soldi per creare un libro non vuol dire che lo debba realizzare per forza. Perché non impiegarli invece nello sviluppo di un nuovo lavoro? Perché spendere 11.000 euro per qualcosa che non merita di diventare davvero un fotolibro? Si tratta di fare scelte difficili e non seguire la massa. Ma se si è davvero convinti, bisogna perseverare; si tratta solo di bussare alla mia porta, provare a farmi vedere il lavoro e fare in modo che alla creazione venga assegnato un profilo. Provateci sempre."
Scritto da
ARTICOLO
Abbiamo chiesto a Katy Barron, curatrice della Michael Hoppen Gallery di Londra, di stilare alcuni consigli per i fotografi d'arte emergenti.
ARTICOLO
Hai intenzione di presentare un progetto a un photo editor? Ecco cinque modi per far sì che la tua idea si distingua dalle altre secondo la photo editor freelance della CNN Sarah Tilotta.
ARTICOLO
La fotografa di viaggio Lottie Davies condivide il suo suggerimento più importante con i fotografi in procinto di entrare nell'industria della fotografia.
ARTICOLO
L'approccio etico di Nick Nichols all'allestimento e alla manipolazione.
I membri possono accedere al supporto prioritario CPS, sia localmente che durante i maggiori eventi, a un servizio di riparazione rapida prioritaria e, a seconda del livello di iscrizione, possono aver diritto gratuitamente a prestiti di equipaggiamento di scorta oltre che alla spedizione di restituzione e sconti dopo gli interventi di manutenzione. Possono inoltre usufruire di offerte esclusive riservate agli iscritti.