STAMPA

"I segreti trapelano dalle stampe": Aïda Muluneh racconta come l'Africa Foto Fair emancipa i fotografi

Perché Aïda Muluneh si dedica a rendere i fotografi sicuri di sé attraverso il potere della stampa e come ci riesce con l'Africa Foto Fair.
Due persone di spalle che guardano le fotografie esposte all'inaugurazione dell'Africa Foto Fair 2022.

Nel 2022, Aïda Muluneh ha fondato l'Africa Foto Fair come piattaforma per mettere in comunicazione l'Africa con il resto del mondo e viceversa, attraverso le immagini. Il progetto comprende una galleria online, iniziative di formazione e mostre, incluso l'evento di lancio mostrato qui sopra. © Africa Foto Fair

La fotografia non si limita all'acquisizione di immagini. Molti sostengono che solo attraverso la stampa e l'esposizione delle opere si possa sperimentare nella sua forma d'arte più pura. La pensa così anche Aïda Muluneh, fotografa e Canon Ambassador che, tra i tanti riconoscimenti e successi, ha fondato e gestisce l'Africa Foto Fair (AFF).

Esaltando l'estro dei fotografi del continente africano e non solo, l'AFF è la perfetta rassegna dei vantaggi della stampa e del modo in cui dà voce agli artisti coinvolti. Attraverso la galleria online, gli appassionati di fotografia possono acquistare le immagini e riceverle direttamente a casa, dando ai fotografi la possibilità di esibire il proprio lavoro. In questo articolo, Aïda spiega quali elementi ricerca nella sua selezione per l'AFF, mentre alcuni fotografi che hanno lavorato con lei raccontano le loro esperienze.

L'interno di una galleria con le fotografie esposte sulle pareti per l'inaugurazione dell'Africa Foto Fair 2022.

"Nel selezionare i lavori per la fiera, cerco di mostrare un ampio ventaglio", spiega Aïda. "Ci sono fotografie di moda, fine art, ritratti. Diventa uno strumento educativo a disposizione dell'intera comunità, che avrà l'occasione di vedere immagini provenienti da tutta l'Africa e dal resto del mondo". © Africa Foto Fair

Autenticità

Ciò che Aïda ricerca maggiormente è l'autenticità, un aspetto che chiunque può tenere presente per altre mostre. "Devo poter imparare qualcosa da ciò che mi viene presentato", spiega.

Oltre a inviare lavori per l'AFF, Aïda invita a far revisionare il proprio portfolio. "È importante coinvolgere tutti, non solo fotografie, gallerie o esperti museali", dice Aïda. "Faccio in modo che i revisori abbiano diversi background di produzione delle immagini; ci siamo resi conto che se un potenziale fotografo fine art si siede davanti a un redattore di giornale, potrebbe non funzionare. Quindi mettiamo a disposizione diverse opzioni per offrire prospettive diverse".

Partecipare a una revisione del portfolio è un'ottima idea per qualsiasi fotografo, ma l'Africa Foto Fair mette anche in palio dei premi, in modo da infondere ulteriore fiducia. "Mi permette di premiare i fotografi africani in maniera organica. Dopo tre giorni di revisione, i revisori discutono e decidono se il fotografo non solo conosce il proprio lavoro dal punto di vista tecnico, ma ha anche un potenziale che deve essere incoraggiato e sostenuto", spiega Aïda.

Un tecnico che indossa guanti bianchi sta pulendo il sensore di una fotocamera Canon.

Possiedi un kit Canon?

Registra il tuo kit per accedere a consigli degli esperti, assistenza per le attrezzature, eventi ricchi d'ispirazione e offerte speciali esclusive con Canon Professional Services.
Le fotografie in bianco e nero di Eric Lesigne escono da una stampante Canon all'Africa Foto Fair.

"Non si può avere una bella immagine stampata in modo orribile", dice Aïda. "È come indossare un abito firmato con le infradito". Aïda offre ai fotografi l'opportunità di stampare i propri lavori con una stampante Canon di alta qualità, per aiutarli a migliorare le loro fotografie attraverso la stampa. Eric Lesigne è stato uno dei primi clienti della fiera a stampare i suoi lavori, che qui vediamo prendere vita come splendide immagini monocromatiche, stampate secondo gli standard più elevati. © Africa Foto Fair

Due mani con guanti bianchi arrotolano una grande stampa fotografica.

Sull'importanza della stampa, Aïda ritiene che "se si educa il mercato, lo si sviluppa". Grazie a una stampante professionale Canon, i fotografi hanno l'opportunità di stampare, esporre e vendere i loro lavori direttamente sul posto, assistendo in prima persona all'impatto che la stampa può avere sulla loro carriera. © Africa Foto Fair

Essere presenti

Aïda ritiene che avere il proprio lavoro stampato, e non solo su uno schermo, sia la chiave per dare voce ai fotografi. "Durante l'AFF dell'anno scorso, per la prima volta avevo con me una macchina da stampa", racconta. "Quando la gente vedeva i lavori esposti, era come se volessero toccarli. Essere presenti fa davvero la differenza. Il fatto che io abbia questa macchina da stampa offre ai fotografi e alle gallerie una maggiore flessibilità, in quanto non devono aspettare l'arrivo di una spedizione, ma possono stampare e vendere sul posto. Sospetto che sarà una sorta di incoraggiamento".

Per i fotografi in Africa, il valore reale della stampa è un aspetto importante dal punto di vista educativo. "Se si educa e si sviluppa il mercato, queste cose vanno di pari passo", continua la fotografa. "Stampo da così tanto tempo che, quando vedo le stampe di rivenditori che non usano dispositivi Canon, mi accorgo solo dei difetti. Non si tratta solo di resa dei colori, ma anche di dettagli come una testina di stampa sporca. Il festival dell'anno scorso è stato un banco di prova, abbiamo capito l'utilizzo dell'inchiostro e molti altri aspetti. È stata un'opportunità per mostrare ciò che possiamo fare in termini di qualità".

Aïda utilizza tre stampanti Canon, Canon imagePROGRAF PRO-4100, the Canon imagePROGRAF PRO-1000 e Canon imagePROGRAF PRO-300, che ama per la loro qualità di stampa. "Non importa se utilizzi una carta economica o una più costosa, la resa è sempre costante", afferma. "Abbiamo stampato un poster che è rimasto esposto all'aperto per un anno, sotto il sole, la pioggia, il calore e la polvere. Il colore, così come tutto il resto, si è preservato alla perfezione. Lo mostro sempre alle persone che vogliono vedere una stampa nelle peggiori delle condizioni; immagina come sarebbe in condizioni controllate, d'archivio".

Una sala della galleria piena di persone che parlano tra loro.

L'Africa Foto Fair si è dimostrata un'incredibile opportunità di networking, offrendo a fotografi emergenti e affermati la possibilità di incontrare altre personalità del settore e di imparare dalle loro esperienze. © Africa Foto Fair

Una persona seduta su uno sgabello davanti a un separé di paglia, in una fotografia scattata con Canon EOS 5D Mark IV da Mekbib Tadesse.

"Avere un festival continentale nel proprio curriculum dà all'artista la possibilità di essere riconosciuto dai colleghi", afferma Mekbib Tadesse, che ha lavorato con Aïda all'Africa Foto Fair. "Quando un'immagine viene stampata, la tendenza è quella di rimanere a fissarla, ipnotizzati dal lavoro dell'artista". Mekbib ha esposto una serie di fotografie dal titolo "The Horsemen" per commemorare il ruolo dei cavalli e di San Giorgio nella guerriglia scatenata dalla popolazione di Awi (Sebat Bet Agew) e dai patrioti contro gli invasori italiani negli anni Trenta. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark IV e obiettivo Canon EF 50mm f/1.8 STM a 1/200 sec, f/5.6 e ISO 100. © Mekbib Tadesse

Formazione continua

Oltre alla qualità effettiva delle stampe, c'è molto altro da imparare. "Insegniamo ai fotografi la numerazione delle edizioni, la valutazione, la certificazione e le regole specifiche per la vendita delle stampe", spiega Aïda. "In questo modo, quando collaboreranno con una galleria, sapranno già come comportarsi nel caso di una vendita".

Aïda ritiene inoltre che la stampa renda i fotografi migliori. "Ti dà la possibilità di vedere i problemi", dice. "Qualsiasi scuola di fotografia al mondo insegna a stampare, perché è importante sapere cosa stai producendo. Spesso dico ai fotografi che i loro segreti trapelano dalle stampe. Sullo schermo si può guardare la stessa immagine 10.000 volte, ma quando la si stampa ci si accorge dei piccoli difetti. Mette davvero alla prova la loro mentalità e li fa progredire ulteriormente, perché c'è un aspetto fisico connesso".

Mustafa Saeed, Mekbib Tadesse e Mulugeta Ayene sono tre fotografi che hanno lavorato con Aïda in occasione dell'Africa Foto Fair. Tutti e tre hanno solo cose positive da dire sulla loro partecipazione. "Prendere parte a un evento fotografico consolidato e rinomato mi ha permesso di farmi conoscere da un pubblico più vasto: appassionati d'arte, curatori e altri professionisti del settore", afferma Mustafa. "Essere parte della comunità mi ha spinto ad affrontare nuove sfide e a perseguire la fotografia con una dedizione ancora maggiore. Il riconoscimento e l'esposizione derivanti dal festival mi hanno dato la fiducia necessaria per esplorare ulteriormente la mia creatività e intraprendere progetti interessanti".

Anche Mekbib ha vissuto un'esperienza simile. "Le persone vedono il tuo lavoro e, se sono interessate al tuo stile, vogliono sapere se hai altre opere" spiega. "Ho ricevuto richieste per alcuni dei miei altri lavori. È bello sapere che il tuo nome è noto nel settore".

Mulugeta ha apprezzato particolarmente l'aspetto del networking. "Ho incontrato altri fotografi africani e tra noi sono nate molte discussioni e idee su come avanzare di carriera", racconta.

Una donna si appoggia a una fermata dell'autobus dove è esposta l'opera "This Is Where I Am" (2022) della fotografa Aïda Muluneh, mentre un'auto passa vicina.

Promuovere la crescita dei fotografi in Africa

Perché Aïda Muluneh ha deciso di dedicarsi al cambiamento delle percezioni e al rafforzamento del ruolo del fotografo.
Una persona seduta su una sedia con le spalle rivolte verso l'obiettivo regge in alto un libro in una stanza buia, in una fotografia scattata con Canon EOS 5D Mark III da Mustafa Saeed.

"Prepararmi per una mostra come l'Africa Foto Fair mi ha spinto a curare e presentare il mio lavoro in modo efficace e coeso", afferma Mustafa. "L'intero processo ha migliorato il mio portfolio e le mie capacità di presentazione". Questa fotografia è tratta da una serie intitolata "Cohesive Randomness", che fa parte del suo attuale portfolio. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark III (ora sostituita da Canon EOS 5D Mark IV) e obiettivo Canon EF 35mm f/1.4 L II USM a 1/125 sec, f/5 e ISO 500. © Mustafa Saeed

Un bambino rannicchiato sul grembo di una persona guarda dritto verso l'obiettivo, in una fotografia scattata con Canon EOS 5D Mark IV da Mulugeta Ayene.

Mulugeta ha trovato l'opportunità di esporre il suo lavoro all'AFF un ottimo modo per entrare in contatto con altre persone del settore. "Ho trovato la mostra una piattaforma molto interessante e importante per fare networking", spiega. "È stata una grande opportunità per me, in qualità di fotografo professionista, perché ho incontrato molte persone e abbiamo avuto modo di conoscerci". Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark IV e obiettivo Canon EF 35mm f/1.4 L USM (ora sostituito dall'obiettivo Canon EF 35mm f/1.4 L II USM) a 1/800 sec, f/2.8 e ISO 200. © Mulugeta Ayene

Quando si è unito ad Aïda all'Addis Foto Fest nel 2014, Mustafa ha avvertito un forte senso di emancipazione. "Mi ha aperto porte che prima potevo solo sognare", afferma. "Una delle opportunità più significative che ne sono scaturite è stata la mia collaborazione al progetto END Fund nel 2022. Far parte di questo progetto e vedere il mio lavoro curato da Aïda insieme ad altri eccezionali fotografi africani, tra cui John Kalapo dal Mali, Ala Kheir dal Sudan, Meseret Argaw dall'Ethiopia, Sarah Waiswa dall'Uganda e Omoregie Osakpolor dalla Nigeria, mi riempie di immenso orgoglio e gratitudine. Sono onorato di far parte di questo gruppo di fotografi e attendo con ansia altre collaborazioni che contribuiscano al mondo dell'arte, della sensibilizzazione e del cambiamento positivo".

Mulugeta ha vissuto una storia simile che, secondo lui, vale anche per la comunità in generale. "È molto importante per i fotografi africani, soprattutto per quelli più giovani ed emergenti", afferma. "Crea e supporta una piattaforma unica per la condivisione di esperienze: i partecipanti tornano nei rispettivi Paesi e condividono con i fotografi locali le esperienze acquisite alla mostra".

L'importanza della stampa è un aspetto che Mekbib tiene a sottolineare. "Siamo abituati a guardare le foto delle vacanze e dei bambini sui nostri telefoni", afferma. "Quando si stampa una foto e la si guarda su larga scala, si tende a considerarla un'opera d'arte, piuttosto che qualcosa che semplicemente 'piace'. Si rimane ipnotizzati e ci si immerge totalmente".

Oltre alle stampanti Canon, Mustafa è un grande sostenitore della carta Canon Premium Fine Art Smooth FA-SM1. "Offre un'eccezionale riproduzione dei colori e una lunga durata d'archiviazione, per stampe brillanti e resistenti allo sbiadimento nel tempo", spiega. "Cattura accuratamente i colori vivaci e le sfumature sottili, il che è ideale per le stampe fotografiche e fine art".

Aïda considera l'Africa Foto Fair parte della creazione di una comunità globale, e non solo all'interno dell'Africa. "Mi sembra di costruire una comunità di fotografi che la pensano allo stesso modo", dice. "Alla fine, dobbiamo affrontare tutti la stessa sfida, solo con intensità diverse. È un modo per dire che affrontiamo tutti le stesse cose. In questo momento, credo che la fotografia si trovi a un bivio, ma ciò significa che dobbiamo spingerci oltre la nostra zona di comfort per vedere ciò che producono gli altri".

La seconda edizione dell'Africa Foto Fair si terrà a novembre 2023 ad Abidjan, in Costa d'Avorio. Ulteriori informazioni su africafotofair.com.

Astrid Pitman

Articoli correlati

Leggi la newsletter

Fai clic qui per scoprire le storie da cui trarre ispirazione e le notizie entusiasmanti di Canon Europe Pro