Rivelati i vincitori della borsa di studio Ian Parry 2017
Sono stati rivelati i vincitori della borsa di studio Ian Parry 2017, assegnata nell'ambito dell'omonimo concorso annuale di fotogiornalismo, e i loro lavori complessi e controversi mostrano come il futuro della fotografia documentaristica sia in ottime mani.
Le loro immagini trasmettevano passione, dedizione e abilità.
Il concorso, aperto agli studenti e ai neolaureati, è stato istituito nel 1989 in memoria di Ian Parry, un fotogiornalista di 24 anni ucciso mentre lavorava per The Sunday Times.
Ogni anno, questo concorso mette in luce un talento emergente del settore e aiuta a supportarne il futuro offrendo un premio in denaro, dell'attrezzatura e l'opportunità di ottenere visibilità per il proprio lavoro, inclusa un'importante mostra in una galleria di Londra e copertura mediatica nel The Sunday Times Magazine.
I vincitori di quest'anno sono Sharafat Ali, che riceve il premio Award for Achievement, e Tafadzwa Ufumeli, vincitore dell'Award for Potential, una nuova categoria introdotta l'anno scorso. Ufumeli parteciperà a un programma di mentoring della durata di 12 mesi con il fotografo documentarista britannico Simon Robert, ex vincitore della borsa di studio Ian Parry.
Sharafat Ali è uno studente di 22 anni dell'AKS School of Photography del Kashmir e i suoi scatti documentano alcune delle recenti proteste contro l'India avvenute nella regione, che hanno causato la morte di centinaia di persone.
Tafadzwa Ufumeli è un fotogiornalista di 23 anni proveniente dalla città di Harare, nello Zimbabwe, che ha studiato fotogiornalismo presso il Christian College of Southern Africa (CCOSA). Il suo lavoro documenta le violente proteste che hanno scosso Epworth, la periferia orientale di Harare, durante il quale i civili sono stati protagonisti di scontri incessanti contro la polizia a causa del numero crescente di posti di blocco.
"Faccio le mie congratulazioni a Sharafat Ali e Tafadzwa Ufumeli per essersi aggiudicati questi premi", ha dichiarato Tom Stoddart, responsabile della borsa di studio Ian Parry e uno dei fotogiornalisti più stimati al mondo. "Le loro immagini hanno documentato storie importanti e difficili, trasmettendo al tempo stesso passione, dedizione e abilità. Siamo fieri di dar loro il benvenuto e di aggiungere i loro nomi allo straordinario gruppo di fotogiornalisti che si sono aggiudicati la borsa di studio negli anni scorsi."
Simon Roberts, un ex allievo della borsa di studio Ian Parry, ha aggiunto: "Sebbene possiamo lamentarci dell'apatia dei millennials, nel nostro ruolo di giudici per la borsa di studio Ian Parry, abbiamo potuto ammirare il lavoro di giovani fotografi provenienti da tutto il mondo che condividono la nostra stessa passione.
"Tutti hanno mostrato grande motivazione nel raccontare storie importanti, sia di natura politica che sociale, a un pubblico più ampio. Sono contento dei vincitori e non vedo l'ora di essere il mentore di uno dei talenti emergenti."
"Noi di Canon, pensiamo che sia essenziale sostenere e coltivare la prossima generazione di narratori visivi e la borsa di studio Ian Parry rappresenta una parte di tale supporto", ha affermato Richard Sheperd, Pro Imaging Marketing Manager di Canon Europe. "Seguiremo con interesse la carriera dei vincitori di quest'anno Sharafat Ali e Tafadzwa Ufumeli."
Altri due giovani fotogiornalisti hanno vinto dei premi nella competizione di quest'anno. Adriana Loureiro Fernández, 29 anni, una studentessa venezuelana della Columbia School of Journalism, è stata premiata con l'Highly Commended award. Il suo lavoro documenta le proteste avvenute a Caracas durante uno sciopero generale di 48 ore nel luglio del 2017 convocato in opposizione al piano di riscrittura della costituizione del Presidente Nicolas Maduro.
La ventottenne fotografa documentarista egiziana Heba Khamis, che ha studiato alla Hochschule Hannover University of Applied Sciences and Arts in Germania, ha ricevuto il Commended award per il suo progetto "Banned Beauty" sulla pratica dell'appiattimento del seno in Cameroon.
Questa pratica consiste in un massaggio con pietre calde effettuato da madri e nonne nel futile tentativo di eliminare il grasso e ridurre le dimensioni del seno, perché gli uomini lo notino meno.
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