Un ranger antibracconaggio sudafricano esamina un recinto per animali in cerca di movimento dopo il tramonto. "Sto ancora imparando a muovermi nelle diverse situazioni. Devi sempre metterti in discussione", consiglia Gulshan. Scatto realizzato con Canon EOS 5D Mark III (ora sostituita da Canon EOS 5D Mark IV) e obiettivo Canon EF 35mm f/1.4 L USM (ora sostituito da Canon EF 35mm f/1.4 L II USM) a 1/80 s, f/1.4 e ISO3200. © Gulshan Khan
Le mani aggrappate al cavallino multicolore, il viso illuminato dall'emozione, l'hijab che svolazza come il mantello di un supereroe. Non è l'immagine tipica di una ragazzina musulmana, ed è proprio per questo che è una delle fotografie preferite della Canon Ambassador Gulshan Khan. "Noi musulmani, in particolare le donne e le ragazze, non veniamo sempre rappresentati come gli individui espansivi che siamo in realtà. Uso 'noi' perché questa è la mia comunità", spiega la fotogiornalista sudafricana. "Negli scatti del continente africano si vede molta sofferenza e 'diversità'. Questa ragazza invece così piena di gioia, e viene fotografata con dignità".
L'esempio di Gulshan ci ricorda che la fotocamera è uno strumento potente. Le immagini che crei possono perpetuare visioni monodimensionali del mondo o rivelarne degli aspetti aggiuntivi. È particolarmente vero quando si tratta di fotografare culture o comunità diverse dalle proprie, che si trovino nelle vicinanze o in un luogo distante migliaia di chilometri. Per Gulshan, fa parte del lavoro. In qualità di fotogiornalista indipendente le cui fotografie sono state pubblicate su National Geographic, The New York Times e The Guardian, ed ex freelancer per Agence France Presse (AFP), Gulshan scatta regolarmente foto di persone e luoghi nel suo paese e non solo. In questo articolo, spiega come realizzare fotografie culturali accattivanti ma sensibili.