FOTOGRAFIA PAESAGGISTICA
Fotografa le stagioni
Fai risaltare l'atmosfera unica di ogni stagione con questi consigli di Benjamin Hegyi.
Fotografia d'autunno
Durante l'autunno la natura inscena uno spettacolo di ineguagliabile bellezza rispetto alle altre stagioni. Le frequenti piogge saturano le tonalità e i delicati venti scandiscono un flusso ritmico, mentre nebbia e foschia creano tele bianche e grigie che ben si prestano a contrastare con i colori vibranti delle foglie autunnali.
"L'autunno è la stagione che più di tutte stimola i sensi. Ci fa contemplare la vita", afferma il fotografo naturalista e paesaggista olandese Theo Bosboom. "Sebbene sia una stagione affascinante, è difficile creare qualcosa di nuovo e mai visto prima". Nella sua serie fotografica Autumn Leaves, Theo desiderava trovare un modo innovativo per mettere in risalto il meglio della stagione.
Theo collabora regolarmente con National Geographic e BBC Wildlife e ha vinto per due volte il premio European Wildlife Photographer of the Year. Dopo aver fatto ritorno alla valle del fiume Hoëgne in Belgio per diversi anni, sentiva di aver immortalato tutto quello che le foreste avevano da offrire.
"Durante l'autunno tutto è molto pittoresco e ha un non so che di magico, ma dopo un paio di anni ho realizzato di averlo fotografato da ogni angolazione", spiega. "Ho iniziato a chiedermi: "È davvero tutto qui?" È allora che ho visto alcune foglie cadere nel fiume, restando rapito mentre la corrente le trascinava via, agitandole sotto il turbinio delle cascate e ostacolandole con rami o rocce. È lì che ho avuto l'idea di fotografare le foglie da una prospettiva subacquea, riproducendo il modo in cui forse i pesci vedono l'autunno".
Sebbene l'idea per la serie The Journey of the Autumn Leaves possa essere sembrata sufficientemente semplice, la sua realizzazione non lo è stata affatto. "A quel tempo per me la fotografia non era che un semplice hobby", spiega, ma si procurò una custodia impermeabile Canon WP-DC28 per la sua fotocamera compatta Canon PowerShot G10. Munito di stivali di gomma e muta da sub ha guadato il gelido corso d'acqua, tenendo la macchina fotografica, protetta dalla custodia impermeabile, sotto la superficie e puntandola verso il cielo.
"Non vedevo davvero cosa stessi facendo, ma ogni volta che passava una foglia premevo il pulsante di scatto e speravo per il meglio", continua. "La maggior parte delle foto non erano un granché e mi sono ritrovato con un numero infinito di autoscatti accidentali, ma uno in particolare spiccava tra tutti [vedi sotto]. Mi ha fatto capire che questo poteva essere un progetto, ed è lì che ho deciso di investire in una custodia subacquea per la mia fotocamera Canon EOS 5D Mark III [ora sostituita dal modello Canon EOS 5D Mark IV]."
Negli autunni seguenti, Theo è passato in breve tempo da dilettante a professionista, lasciando alla fine il suo lavoro da avvocato nel 2013. Ha sviluppato le sue personali tecniche di scatto subacqueo favorendo, dove possibile, l'uso della luce naturale. Questo significa che, contrariamente ai dettami della fotografia paesaggistica, l'orario migliore per realizzare gli scatti è intorno a mezzogiorno.
"Quando il sole raggiunge lo zenit i corsi d'acqua ricevono la massima quantità di luce. Di conseguenza raramente dovevo ricorrere al flash, a meno che l'acqua non fosse molto torbida o nel caso in cui volessi illuminare un angolo di particolare interesse", spiega. "Per catturare immagini d'impatto nel fiume dovevo aumentare il valore ISO, dato che sott'acqua mi serviva una maggiore illuminazione. Fortunatamente, l'aumento della sensibilità ISO sulla fotocamera Canon EOS 5D Mark III non influisce sulla qualità".
Impossibilitato a vedere le sue composizioni in tempo reale, Theo è andato avanti per tentativi ed errori, pur sapendo di avere qualche asso nella manica per aumentare le sue chance di successo. "Scatto sempre in modalità Priorità apertura, perché così posso essere certo che la fotocamera imposterà la velocità dell'otturatore corretta per lo scatto. Mi consente di giocare con la profondità di campo, molto importante nella fotografia paesaggistica e quando l'intento è di catturare immagini ricche di dettagli", spiega.
"Sott'acqua non avevo bisogno di una grande profondità di campo, quindi potevo scattare con un'ampia apertura per far entrare una maggior quantità di luce nell'otturatore. La messa a fuoco automatica della fotocamera si è rivelata molto affidabile e davvero imprescindibile. Ho imparato ad avvicinarmi il più possibile al soggetto, specialmente quando l'acqua non era limpida. Oltre a ciò, ho imparato che un obiettivo grandangolare consente di ottenere risultati migliori".
Per chi non è sicuro di fare il grande salto, c'è un enorme potenziale anche fuori dall'acqua per stuzzicare l'appetito autunnale. "Spesso la gente cerca paesaggi epici, passando tutto il tempo ad aspettare la "luce giusta". Io preferisco concentrarmi sui dettagli, che destano lo stesso interesse, se non di più", racconta. Foglie cadute, ghiande, bacche dai colori brillanti e funghi sono tutti soggetti autunnali perfetti, che dipendono in maniera minore dalla luce giusta o dalle condizioni atmosferiche. "Basta guardare a terra per scoprire tanti elementi interessanti: con i dettagli, le possibilità sono infinite".
La parola "dettagli" può far pensare alla fotografia macro (e molte fotocamere compatte sono dotate di ottime funzionalità macro), ma Theo intende semplicemente di concentrarsi su alcuni aspetti della scena anziché sull'intero orizzonte. "Mi piace utilizzare l'obiettivo Canon EF 70-200mm F2.8L USM per mettere a fuoco un elemento, come ad esempio un dettaglio di un albero, quindi ingrandisco e rimpicciolisco con lo zoom per isolare ciò che secondo me funziona", spiega. "Con una fotocamera compatta puoi fare esattamente la stessa cosa. Lavora con ciò che hai".
Lavorare con ciò che si ha sembra valere anche per le condizioni climatiche, dato che Theo è lontano dall'essere un fotografo che scatta solo quando splende il sole. Sostiene che il brutto tempo non esista nella fotografia naturalistica, solo l'abbigliamento sbagliato (o una protezione insufficiente per la fotocamera: non tutte sono egualmente resistenti agli agenti atmosferici, quindi è saggio investire in una custodia impermeabile appropriata e un paraluce). "Controllare le previsioni meteo e attrezzarsi preventivamente è una buona idea, ma ogni tipo di clima offre le sue possibilità. Basta pensare fuori dagli schemi", afferma. "Quando smette di piovere i colori sono più intensi. Le giornate ventose possono rovinare le esposizioni lunghe mirate a ottenere scatti nitidi di foglie o di altri elementi che non smettono di muoversi, ma si può sempre invertire la rotta e realizzare immagini di stampo impressionistico degli stessi elementi in movimento. La nebbia crea una fantastica atmosfera. E poi ci sono quelle splendide mattine in cui, insieme alla nebbia, ci sono la rugiada e la luce del sole che filtra a chiazze. Sono troppo impaziente per aspettare la "luce giusta", quindi se per i miei piani non funziona, mi metto a cercare qualcos'altro da fotografare".
Per quanto Theo sia un fan dell'autunno, pensa che sia necessario avere altrettanta creatività durante i periodi di transizione. "Fotografa elementi come i fiori estivi quando giungono al termine della loro vita e spuntano tra le foglie cadute o tieni d'occhio il meteo per sapere quando cadrà la prima neve: quando si posa sui colori autunnali crea un potente mix di stagioni", consiglia.
Il progetto Autumn Leaves di Theo è stato ampiamente pubblicato: una delle immagini ha perfino ricevuto il premio per il secondo classificato nella categoria Creative Visions della competizione Wildlife Photographer of the Year del 2013. Tuttavia, considerando che ci sono tanti fotografi in lizza per l'attenzione dei social quante sono le foglie del sottobosco, è convinto che trovare una prospettiva innovativa sia il modo vincente per emergere. "Puoi viaggiare verso luoghi remoti e scattare foto meravigliose, ma la maggior parte degli editori non ci farà caso a meno che, in qualche modo, non siano davvero diverse", spiega. "Prova a pensare: "Cosa posso aggiungere a ciò che è già stato fatto?'"
Scritto da Natalie Denton
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